M° Cristina Ferrari

"Era  il 1996, ero consulente musicale e pianista accompagnatrice dell’Accademia che Leo Nucci istituì a Castiglione dei Pepoli. Si decise, in collaborazione con la Fondazione Toscanini, di organizzare la rappresentazione di “Trovatore” sotto la  direzione di Romano Gandolfi: feci da tramite tra l’allora sovrintendente della Toscanini Gianni Baratta e l’accademia nella programmazione e organizzazione di un evento che avrebbe portato sul palco i giovani allievi di Nucci.

Al termine di questa esperienza fu proprio la Fondazione Toscanini a propormi  di continuare con loro questo percorso. Iniziai occupandomi del  progetto  “Rimini Chamber Orchesta”, proseguendo con l’occuparmi del casting delle opere allestite a Busseto fino a diventare direttore delle attività liriche.

Come si caratterizza la sua metodologia di lavoro nel fare Teatro?

Tutto parte dall’esperienza che ho vissuto al fianco di un grande artista come Leo Nucci, ero molto giovane e ho imparato moltissimo durante gli anni vissuti al suo fianco in Accademia sull’interpretazione, l’uso della parola scenica, l’attenzione ai giovani cantanti e tutto ciò  che serve per far crescere una potenzialità artistica. La collaborazione con Nucci continua anche oggi con  il progetto Opera Laboratorio, progetto su cui ho puntato tantissimo da quando  sono arrivata a Piacenza. Naturalmente non posso dimenticare l’aspetto accademico della mia formazione, sono diplomata in pianoforte al Conservatorio Nicolini di Piacenza e in canto, ramo didattico, al conservatorio di Parma.

Ho sempre dato estrema importanza nella mia formazione al Conservatorio e alla possibilità che questa istituzione offre di confrontarti con altri musicisti quotidianamente. Non ultima l’esperienza che ho maturato in quasi tutti gli ambiti di una produzione teatrale. Sono stata, ad esempio, Maestro alle luci e il confronto con tutti gli addetti ai lavori del backstage di una macchina tanto complessa come un teatro lirico mi ha dato certamente una chiave di lettura ulteriore su come si porta in scena un’opera. Queste tre importanti esperienze danno luogo tutte insieme alla mia identità professionale."

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